VOGLIA DI VOLO
Emozioni, gioie e paure dell'aeromodellismo, raccontate da un giornalista-pilota
venerdì 23 febbraio 2024
I nostri "primi 50 anni"
sabato 3 febbraio 2024
sabato 13 gennaio 2024
Consigli utili per i neofiti dell'aeromodellismo
Può essere molto utile soprattutto per chi abbia deciso di avvicinarsi a quest’hobby, poiché dà delle indicazioni di massima che sono frutto, per me, di dieci anni di aeromodellismo.
Il linguaggio usato è volutamente semplice e alla portata di tutti. Molto del materiale qui raccolto è stato (o sarà) pubblicato dall’autore sul Giornale comunale di Ceriano Laghetto.
Alla fine della brochure ho poi messo un vocabolario per la sopravvivenza: ovvero un vocabolario di parole che molto di frequente vengono usate in campo aeromodellistico e in un campo volo. Conoscerle significa già partire bene e soprattutto comprendere di cosa stiamo parlando.
Dunque buona fortuna e buoni voli!
La brochure (18 pp, Pdf) è scaricabile gratuitamente qui
venerdì 27 ottobre 2023
Impariamo dal branco
Perché?
In primo luogo perché i componenti del gruppo sociale riconoscono di farne parte: sono infatti soci, a cui spettano dei diritti in cambio di un obolo economico generalmente modesto; in quanto tali, poi, hanno diritto di accesso a spazi riservati (paragonabili al territorio ad esempio dei lupi), a servizi dedicati ecc.; ma anche sono “uniformati” da segnali visivi e materiali: la tessera associativa, la spilletta, l’adesivo, la maglietta, il cappellino. Insomma, tutto ciò che può mostrare all’esterno che si fa parte di un gruppo ristretto, che si autoriconosce e che difende proprio queste peculiarità.
Branco: una unità familiare allargata |
lunedì 2 ottobre 2023
I miei primi 10 anni... di aeromodellismo
Era il giugno del 2013 quando per la prima volta raggiunsi un campo volo; da pilota, non da semplice spettatore. ll mio modello U Can Fly della Hype riluccicava al sole come il mio sorriso. Intonso, perfetto, l’unico pezzo rimasto in tutta la Lombardia e Piemonte (sarebbe andato fuori produzione di lì a poco), tanto che mi feci 150 chilometri per andarlo a prendere di persona a Montalto Dora (TO). Poi lanciai un appello in Rete, e il responsabile gentilissimo di un campo dalle parti di Monza rispose. O, meglio, raccolse quel pulcino impaurito per fargli fare i primissimi voli da aquilotto. E per dare finalmente vita al mio modello che subito chiamai Cuča (si pronuncia cucia, ma suona anche come "cuccia") che in croato significa casa. L’auspicio era chiaro: era una scaramanzia affinché il modello tornasse sempre a casa. Magari intatto.
La foto con l’aereo rosso risale proprio a quel battesimo dell’aria. Rigido come una pertica, con il cuore a mille, feci volare la mia “bestiola” senza danni. Roba da stappare una bottiglia a sera e cucinare i miei piatti preferiti.
Da allora non sono solo passati dieci anni, ma se vogliamo un’intera era. Molte cose sono cambiate, ma non quella sottile ansia che ad ogni volo (ormai saranno qualche centinaio) resta in tutto il corpo, salvo poi stemperarsi una volta che i ruotini fermano la loro corsa sull’erba. Ormai l’ho accettata l’ho accolta come parte di me. Era l’unico modo per non esserne soggiogato.
Lasciato quasi subito quel campo ospite a cui va ancora oggi tutto il mio riconoscimento (era troppo distante per me), trovai quasi subito l’attuale campo di Ceriano Laghetto, di cui ora sono orgoglioso presidente. Non tanto per meriti aviatori (ora so pilotare, sì, ma non sono certo un Francesco Baracca della situazione), quanto per quel vero e proprio amore per il campo, i suoi soci e l’ambiente che ho trovato fin dal primo giorno.
Sì... ne è passato di tempo. Ho volato, sono caduto, ho aggiustato, sono caduto in crisi, mi sono risollevato, ho gioito, ho riso, ho pianto. Ho fatto tutto. All’aperto, con temperature dai + 4° ai + 35°, e anche dentro di me.
Nel 2015, quindi solo due anni dopo, arrivò Darko (nella seconda foto, risalente a pochi mesi fa): un aeromodello nato per l’acrobazia, ma riconvertito nella guida ad un più tranquillo modello da volo volato come si dice; in sostanza tranquillo. Con Darko all’inizio non è stato facile, tanto che per forse tre mesi (dopo l’ennesima caduta) lo parcheggiai in garage, per tornare al più placido e rassicurante Cuča. Poi l‘orgoglio ha avuto la meglio sulla paura. Così l’ho ripreso, e nonostante qualche incidente, ora sono quasi 8 anni che è il mio fidato compagno di volo. Le sue ammaccature vanno di pari passo con le mie rughe; le sue crepe sono le mie. La colla... no... quella è solo sua!
Se da ragazzo mi avessero detto che alla veneranda età di 48 anni avrei intrapreso un percorso aeromodellistico, non ci avrei creduto. Eppure... sono ancora qui, e se Dio vuole, mi piacerebbe festeggiare anche il primo ventennio, trentennio e così via.
Dieci anni, vissuti intensamente; passati a scrutare il meteo, a studiare le possibilità di pomeriggi liberi, a prepararsi mentalmente e in concreto per andare al campo, così come ormai dico con estrema familiarità. Dieci anni che hanno dato vita a 2 libri (Voglia di Volo e Fame d’aria, rispettivamente: Amazon 2018, e Amazon 2021), di cui il primo tradotto e venduto all’estero anche in inglese (Let me fly, Amazon 2020).
Dieci anni di passione, condivisione, amicizia, solidarietà, con luci e ombre, ma pur sempre vissuti con adrenalina e serotonina in corpo.
Non dimenticherò mai chi, in dieci anni, a vario titolo mi è venuto incontro, mi ha aiutato da tecnico e da amico, da maestro o da collega. Così come non dimenticherò mai (né intendo farlo) quella meravigliosa sensazione di disegnare nel cielo col tuo modello, dimenticando tutto per i 5 minuti della batteria. Cinque minuti capaci spesso di riempirti il cuore. E in alcuni giorni anche l’anima.
giovedì 7 settembre 2023
giovedì 13 luglio 2023
Verrà il tempo...
Verrà quel tempo, in cui ciò che rimarrà di noi saranno i nostri modelli: icone polverose che nuove mani, ora, con imperizia ma rispetto cercheranno di collocare in un nuovo spazio-tempo, dove noi non saremo più i protagonisti. E in quel tempo, ci ritroveremo in altri cieli a giocare ancora, assieme a chi - con dolore - ci ha preceduto, ed ora sorride perché non c’è più caldo, freddo, vento o paura. C’è solo quella magia dell’aria che si chiama volo.
lunedì 5 giugno 2023
Una passione educativa
Articolo pubblicato sul giornale comunale di Ceriano Laghetto (Aprile 2023)
Da
questo derivano altri due aspetti: la socialità
e la resilienza. Vediamo il primo. È ormai certo che il modo migliore
per imparare a pilotare un aeromodello è quello di frequentare un campo volo
dedicato e “ufficiale”. Così facendo si può essere seguiti da “maestri”
esperti, ma anche evitare di fare primi acquisti magari inadatti, inutili e
costosi; di conseguenza in media si impara meglio e più in fretta, riducendo
(ma non evitando del tutto) i crash. È chiaro tuttavia che l’allievo è bene che
dimostri rispetto per chi lo segue, per gli altri soci e per le regole del
campo, ma anche che debba avere quella giusta dose di socievolezza che lo rende
“piacevole” e che proprio grazie a questa vedrà aprirsi le porte della simpatia
e dell’amicizia degli altri piloti. E di questo ne trarrà lui stesso un grande
vantaggio immateriale. Ho invece citato la resilienza,
ovvero la capacità di reagire positivamente a episodi negativi o traumatici,
perché sarà proprio questa ad evitare di far mollare tutto dopo le prime cadute
e spingere invece a comprendere errori, limiti e finanche ad accettare quella
sfortuna che a volte ci mette lo zampino. Ripeto: ognuno di noi ha piloti subito
decine di incidenti col modello. Ma abbiamo proseguito, tra colla e sudore,
lacrime e coraggio, fino a volare ancora dopo 10, 30 anni o una vita intera.
Un
ultimo - non meno importate aspetto - riguarda la crescita personale. Ogni volo è una sfida, ed anche il pilota più
esperto conserva dentro di sé fosse anche solo un grammo di dubbio o paura che
qualcosa possa andare storto. Certo, nel neofita parliamo di tonnellate di paura,
non di grammi. Ma il concetto è lo stesso. L’importante è guardare in faccia ai
nostri timori, comprenderli, accettarli e muovere le gambe (anche se tremano di
paura) per raggiungere il centro della pista e decollare ancora. Anche se hai
ancora le mani imbrattate di colla per le riparazioni e il portafoglio
alleggerito per le spese. Prendi, decolla e vai. Solo così arriverai al punto
di smantellare quel macigno di terrore (soprattutto post-crash) e trasformarlo
in una leggera tensione che ti fa essere attento, vigile, pronto a intervenire
sempre e comunque. Accettare la sfida,
affrontarla col cuore aperto e la mente lucida, comprendendo (se possibile) il
perché degli errori fatti: ecco ciò che si può trarre da 5-10 minuti di volo. E
se non è crescita personale questa...
venerdì 2 giugno 2023
Ciao Presidente...
Ciao Presidente,
lunedì 3 aprile 2023
Non è mai troppo tardi
Ed eccolo Giovanni, seguire il lavoro di un collega che cerca di mettere a punto il suo modello; osservare quasi con reverenza il lavoro quasi da chirurgo che viene fatto nel “cervello” del modello affinché diventi gentile con le mani del pilota.
Lo osservo con tenerezza e ammirazione. Ci siamo passati tutti da
questa fase. Magari con qualche decina d’anni in meno. Ma anche no. Io ho ad
esempio iniziato a 50 anni. Giovanni probabilmente ne ha almeno dieci di più.
Ed è meraviglioso...
Non so se Giovanni riuscirà nel suo sogno. Ma spero proprio di sì. Ci
vorrà pazienza, tenacia, coraggio. Ma chi ha un sogno in genere queste qualità
le ha. E sarà un piacere, domani,
veleggiare insieme.
Bravo Giovanni. Sei la testimonianza che davvero non è mai troppo tardi. E che l’aeromodellismo può essere una delle
tante sfide da affrontare fino a quando si proverà un brivido a vedere il cielo
e a pensare di solcarlo con le proprie mani.
venerdì 16 dicembre 2022
Ci vediamo al campo!
Ho sempre “invidiato”, diciamo così anche se è un po’ esagerato, chi entra nel bar e chiede: “il solito, grazie...”. Perché è sinonimo di familiarità; è segno evidente che quella persona frequenta da tempo il locale, che conosce la/il barista, che prende sempre la stessa cosa (es. caffè americano in tazza grande...) e che tra di loro si è instaurato un rapporto se non proprio di amicizia, almeno di conoscenza. Tant’è che quando andavo a Sesto San Giovanni (MI) a lavorare e tutte le mattine mi fermavo per un caffè in un minuscolo simil-Autogrill lungo la strada, un giorno feci la stessa battuta con la solita ragazza del bancone: “Mi dai il solito, grazie...” ridendo del fatto che lei capisse o meno ciò che intendevo chiedere. E lo capì, con mia grande soddisfazione.
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E ra il giugno del 2013 quando per la prima volta raggiunsi un campo volo; da pilota, non da semplice spettatore. ll mio modello U Can Fly ...
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V errà il tempo in cui anche noi appenderemo i nostri modelli al chiodo. Aerei ubriachi di vento e di sole, corrosi dal tempo e feriti dalle...